Il suo scopo è vivere e
conoscere la conoscenza,
percepire la percezione
e auto-rigenerarsi-guarirsi.
L’essere umano può vivere se stesso riconoscendosi come un
peculiare strumento musicale, danzante e cantante.
È, infatti, in grado di emettere suoni, parole, rumori e cantarli; può produrre movimenti, gesti a diversa velocità, frequenza, immobilità e danzarli. Può farlo, utilizzando transfinite combinazioni di tali emissioni, anche in modo simultaneo a intensi o lievi istinti-emozioni, a immagini, a visualizzazioni (…).
Lo strumento musicante-cantante-danzante essere umano
L’Io-psyché dell’essere umano è, di fatto, uno strumento musicante-cantante-danzante e può avvalersi di due principi attivi fondamentali:
- tutti i suoni-canti-danze (…) autopoietici innati;
- tutti i suoni-canti-danze (…) autopoietici acquisiti;
tutti emettibili e sceglibili tra quelli disponibili alla propria conoscenza. Durante l’emissione e la creazione di tali potenzialità, l’Io-psyché coinvolge tutte le proprie funzioni Io-somato-autopoietiche: sensi, percezione, istinti-emozioni (…). Inizialmente assumono un particolare rilievo i sensi. Lo strumento musicante-cantante-danzante essere umano evidenzia la vita-autopoiesi che si manifesta attraverso il
movimento che include l’immobilità:
ogni movimento è un ritmo esprimibile, con una successione nello spazio-tempo, legata all’ordine scelto. Il moto ordinato dei suoni-canti-rumori emessi, ossia la successione regolare dei suoni nello spazio-tempo costituisce il
ritmo
dello strumento cantante, danzante, musicante,
essere umano.
In senso metafisico, l’essere umano produce suoni dovuti alla vibrazione del proprio corpo che è simultaneamente elastico, solido, liquido, gassoso. I ritmi così emessi sono udibili dall’altro da sé e possono essere ascoltati dai 16 ai 16.000 Hz circa, attraverso l’aria: quindi, di fatto, li ascoltiamo noi stessi e può sentirli l’altro da noi. Anche attraverso l’azione, l’essere umano emette suoni. A volte, una stessa parola, una stessa emissione sonora, una stessa azione può essere agita in modo grave o più acuto, per così dire, un’ottava sopra. È facile partecipare-osservare come tale tipo di produzione possa essere agita in modo forte o più debole senza che la sua intonazione, il suo significato venga alterato: l’altezza del suono prodotto ne determina caratteristiche specifiche: è l’intensità dello strumento musicale essere umano. I diversi stati Io-somatici che produciamo o che viviamo e a seconda di quale identificazione interiore utilizziamo, si determina il diverso timbro che diamo allo stesso suono o allo stesso movimento: una frase-azione detta in un momento d’allegria ha un suono diverso rispetto alla stessa frase-azione detta o agita, in un momento di angoscia.
Lo strumento musicale essere umano, come note musicali, utilizza gli alfabeti, i numeri, le tipologie di movimento che può esprimere (…), tutti potenzialmente distinguibili: sono note molto più complesse di quelle della scala musicale comunemente intesa. La scala musicale di questo peculiare strumento è plastica, auto-cangiante,
procede di ottava in ottava
verso il transfinito interiore-esterno,
è l’estensione (mai finita) entro la quale si susseguono le azioni emettibili: suoni che costituiscono la
scala musicale maggiore
dello strumento essere umano
e che è transfinitamente più estesa delle sette ottave di un pianoforte. Il riconoscimento vissuto di tale espressione è strettamente collegata alla consapevolezza di ogni Io-psyché.
Il pentagramma dell’Io-psyché
Il pentagramma su cui inserire le note, le azioni emesse, coincidenti con l’Universi-parte interiore-esterno, non è formato da linee, ma da situazioni di vita, tra le quali risultano spazi: ogni emissione è formata da
suoni e da silenzi, intercalanti tra un suono e l’altro,
tra un’azione e l’altra.
Quando agisce, l’essere umano, necessariamente, inizia dalla propria
intenzionalità
che è la
chiave posta all’inizio del pentagramma, delle situazioni di vita, su cui posizionare le proprie note-azioni.
E sempre questa intenzionalità e la sua comprensione ci permette di decodificare le altre azioni. Esistono transfinite chiavi e differenti intenzionalità, da cui dipendono il senso e il significato
dell’azione cantata-suonata-musicata.
Trent’anni di esperienze di pedagogia-psicagogia Sigmasofica mi hanno dimostrato la visione incompleta e proiettiva che vedeva e vede l’essere umano come un micro-cosmo inserito in un macro-cosmo. È la proiezione millenaria, posta in remissione definitiva con la mia scoperta dello
stato E.C.A.
Entanglement Coscienziale Autopoietico,
da cui si evidenzia che l’essere umano è parte integrante e inscindibile, non separabile dall’Universi (esiste più di un Universo).
Essere umano e Universi sono un processo unico,
funzionante simultaneamente
e non due enti distinti e interagenti. Tutto ciò che percepiamo attraverso i sensi della manifestazione sensibile è parte-Universi e veicola
l’ontos
(essere),
il sophos
(la saggezza),
il logos
(la scienza),
il Kraino
(io-compio),
lì agenti. Al momento della nascita, l’essere umano non è consapevole dello
stato di entanglement micro-particellare e coscienziale
di cui è evidenza sensibile.
L’inconsapevolezza di tale scaturigine innata è ciò che in Sigmasofia, attraverso la forma-azione, tentiamo di transmutare, progressivamente, in consapevolezza vissuta.
L’inconsapevolezza non è disarmonia,
significa semplicemente non avere contezza dei processi da cui ci si evidenzia. Non formarsi attraverso il vissuto diretto a tale realtà olistico-autopoietica innata, per specifici motivi, è ciò che, talvolta, potrà determinare l’insorgenza della malattia, della discrasia. Anche il concetto di Io-psyché (anima), distinto dal soma e riconosciuto come soggetto che interagisce è una proiezione millenaria che ho posto in remissione: se siamo entangled sia a livello micro-particellare che coscienziale, Io-psyché e soma non sono scindibili, sono un unico processo, funzionante simultaneamente, tanto che è possibile affermare che il corpo possa essere letto come la densificazione dell’Io-psyché e viceversa. Ogni volta che agiamo è sempre simultaneamente l’Io-soma-autopoiesi (energia) in azione: chi produce un lavoro intellettuale produce, simultaneamente, un lavoro sul corpo; chi produce un lavoro sul corpo, simultaneamente, determina un lavoro sull’Io-psyché, come sul piano energetico. La mancata creazione di consapevolezza dell’innato, di cui si è parte integrante, coincide con l’identificazione-fissazione soltanto su processi e significati-significanti acquisiti, esattamente ciò che, ad un determinato grado, evidenzia la discrasia.
L’Universi è simultaneamente sensibile e sovrasensibile,
conscio e inconscio, localistico e non locale.
La sua partecipazione-osservazione vissuta (quanto finora raggiunto e consapevolizzato dall’essere umano) ci indica che
si tratta di un essere vivente, organico, complessivo:
sto affermando esattamente che, essendo entangled, inscindibile dalla coscienza (Io-psyché),
ogni cosiddetta materia esistente è organica, vive.
L’auto-poiesis
L’Universi è immerso nella poiesis, più precisamente nell’auto-poiesis, autocrea continuamente: in questo momento stanno nascendo e stanno morendo delle stelle, delle galassie; in questo istante,
migliaia di esseri viventi stanno nascendo
e
igliaia di esseri viventi stanno producendo il punto morte;
tutti sono entangled con l’Universi.
Per questo motivo, il suono (del cosmo e altri), la canto-danza-musico-Sofia crea sempre delle evidenze, dei movimenti, nell’Io-psyché che li partecipa, li riconosce. Qualunque suono, musica, evento è per entanglement la porta alla percezione di maggiori estensioni dell’Universi:
intere regioni genomico coscienziali
sono ancora da consapevolizzare.
L’ambiente è entangled con noi, per questo motivo la sua cura è, di fatto, cura di noi stessi,
ogni azione che rivolgiamo alla natura ricade su noi stessi,
posso curare la natura auto-curandomi.
Tutte le tecnologie esistenti, tutti i prodotti sono creati dall’Io-psyché dell’essere umano e in questo senso non possiamo riconoscerli come estranei alla nostra costituzione fisica innata. Se lo indaghiamo, qualunque oggetto creato ci riconduce sempre all’Io-psyché che lo ha inventato, nulla è estraneo al campo unico che siamo, per questo motivo, ho riconosciuto nell’Universi il principio attivo innato di inclusione di ogni parte-Universi.
In generale, ho partecipato-osservato che molti Io-psyché si identificano e si fissano su una parte-Universi e la ripetono (ad esempio, iniziano a fumare e proseguono per molto tempo). Lo stato identificativo e fissato, di fatto, determina il non occuparci o occuparci di meno delle altre parti di noi stessi. In tal guisa, non ci interessiamo delle forze innate olistico-autopoietiche agenti in noi: quelle che fanno funzionare il genoma, che hanno creato e fanno funzionare il cervello, il cuore, i polmoni e così via. Negando quella evidente realtà, si producono forme di inconsapevolezza e coazioni a ripetere di identificazioni-fissazioni che, per specifici motivi, si somatizzeranno e si evidenzieranno come patologie, come
remissione della forma-azione vissuta
all’ontos-sophos-logos-kraino operante in noi.
Attraverso la P.Si. e gli strumenti della canto-danza-musico-Sofia, formiamo il ricercatore a transmutare tale identificazioni-fissazioni. Inizialmente, ai primi tre più uno incontri di anamnesi Sigmasofica si partecipa-osserva con il ricercatore lo stato di consapevolezza, di saggezza e di discrasia d’ingresso. Attraverso l’empatonia e la fusionalità,
il Maidan tenta di entrare in contatto con quella
parte di se stesso che è l’altro
(a livello di funzionalità quantistiche e coscienziali innate è così).
Per questo motivo, può intuire in se stesso i contenuti veicolati da quell’altra parte di sé. Ossia, conoscendo ed essendo consapevole di se stesso, ogni elemento acquisito veicolato dal ricercatore è per lui immediatamente riconoscibile. Vivendo lo stato E.C.A., il Maidan è consapevole che, pur potendo essere disidentificato, de-fissato, dalle discrasie del cliente, per i motivi spiegati, le sente come proprie. La differenza fondamentale è che può contenerle, gestirle, olos-direzionarle: nel linguaggio del setting Sigmasofico, ciò significa che può assumere la somministrazione di ciò che denomino la
pragmatica della disidentificazione.
L’unico corpo funzionante
L’Io-psyché del ricercatore, anche se può non esserne consapevole, è in stato di entanglement coscienziale e micro-particellare con il Maidan (e di fatto con chiunque altro), quindi, in conseguenza di ciò, può riconoscerne l’indicazione come olos-direzionata verso l’avanguardia di consapevolezza disponibile. A livello micro-particellare, di meccaniche sub-quantistiche e del loro corrispettivo coscienziale,
non esiste l’Io e il Tu, il soggetto e l’oggetto, che soltanto l’identificazione proiettiva nell’acquisito interpreta in tal modo.
Ciò che esiste è l’unico corpo funzionante, lì c’è il
punto d’incontro sempre in essere:
il problema tecnico è averne contezza.
Già al momento dell’anamnesi, dei primi tre più uno incontri, il Maidan. deve saper somministrare che ogni Io-psyché non è soltanto ricordi (anamnesi significa appunto ricordare), ma è, essenzialmente,
funzionalità autopoietica complessa, innata su cui abbiamo inscritto la storia acquisita che ricordiamo.
Infatti,
l’ontos, il sophos, il logos, il kraino non possono essere ricordati, ma soltanto vissuti,
perché sono transfinitamente in vita e in azione nell’Universi-parte, in noi stessi.
Le in-formazioni innate operano nel campo coscienziale dell’Universi-parte, in un luogo pre-spazio-tempo dove non esiste l’inizio e la fine, dove opera il continuo presente. Se simmetriche con le sonorità innate, tutte le emissioni sonore producibili dall’essere umano possono rigenerare deviazioni, discrasie, prodotte dall’identificazione nel solo acquisito. Il Maidan assume talvolta anche il nome di
agathoi iatroi,
per indicare di essere
buon medico di se stesso
(accezione sigmasofica e antica).
Infatti, è consapevole che è innatamente necessario inserire, nella pratica del proprio stile di vita quotidiano, la canto-danza-musico-Sofia con funzioni di conoscenza e di auto-rigenerazione-guarigione. Le meccaniche quantistiche, gli atomi, le cellule, le molecole, che formano il corpo concorrono e sono attive e parti integranti delle emissioni cantate-danzate, suonate. Ciò accade anche quando ci mettiamo in ascolto di suoni, canti, musiche, danze, che sembrano provenire dall’esterno di noi: essendo parti integranti di quei suoni, canti, danze si stimola e coinvolge, di fatto, l’ontos-sophos-logos-kraino di ognuno. Per questo motivo, è necessario aprirsi al riconoscimento vissuto delle transfinite vibrazioni sonore presenti nell’Universi-parte, da cui possono estrapolarsi conoscenza e auto-rigenerazione. L’olos-direzionamento verso il vissuto e la consapevolizzazione di tale innato ha sempre prodotto continuità di azione di vita che non ha necessità di produrre squilibri, patologie. Per indicare tale stato di normale funzionalità innata, utilizzo il concetto di stato Sigmasofia che ovviamente include l’armonia Io-somato-autopoietica, ancora non squilibrata dall’acquisito identificato soltanto in se stesso che la rende discrasica. Le cellule funzionano consapevolmente secondo natura, per questo motivo la somministrazione della canto-danza-musico-Sofia ha saputo, in taluni specifici casi (pochi), concorrere a porre in remissione la produzione di neoplasie, di tumori, ossia di cellule, transmutate da stili di vita e da comportamenti discrasici, non naturali (come fumare e bere alcolici, in grande quantità), determinando in tal guisa la transmutazione patologica di quelle cellule.
La sonorità innata
Con la canto-danza-musico-Sofia procediamo, per così dire, in senso opposto, a ritroso, fino a ritrovare la sonorità innata che determina la naturale funzionalità della cellula, ponendo in remissione acquisiti identificativi devianti. Non si tratta di effetti benefici, ma di ripristino consapevole di naturali e innate funzionalità.
Sessioni di Maieutica P.Si. abbinata alla canto-danza-musico-Sofia sono state effettuate per quindici anni presso l’Associazione ∑ophy di Caporipa, dove un gruppo di Maieuti formati presso la I.S.U. ha operato con lo scopo di migliorare la propria conoscenza vissuta sui significati dell’esistenza ed anche di attivare la propria capacità di auto-rigenerazione-guarigione. Per anni, gli effetti della canto-danza-musico-Sofia si sono manifestati come imprescindibile capacità di rilassamento, attraverso cui si normalizzano i valori cardiaci e respiratori. Gli effetti della maieutica P.Si., della canto-danza-musico-Sofia, integrati dallo strumento essere umano (guidati con l’esempio e dall’improvvisazione giocata spontanea di ognuno e dal Maidan) si sono espressi con l’insorgenza di
- maggiore capacità di auto-equilibrio nell’organizzazione della propria giornata,
- una razionalizzazione del lavoro, dell’alimentazione
- adempimenti quotidiani
- una maggiore sicurezza ontos-sophos-logica di ognuno.
Il Maidan esercita la sua funzione soltanto dopo essersi formato per lunghi anni a se stesso. È esattamente questo che gli fa maturare la capacità di produrre insights intuitivi di se stesso e dell’Universo di cui è parte inscindibile. Il Maidan vive, riconosce in se stesso,
l’eziologia dei suoni, della musica, del canto della danza che può esprimere e che può ascoltare.
Il lungo lavoro a se stesso gli insegna a vivere le modalità attraverso cui crea stati da lui stesso interpretati come positivi e/o come negativi, percependone le funzionalità innate-acquisite da cui si evidenziano. La disarmonia coincide esattamente con la proiezione secondo la quale le cose, le azioni sono positive o negative, tristi o allegre, amanti o odianti, viventi o morenti (…): di conseguenza, non si percepiscono le funzionalità innate, da cui ogni opposto-complementare, ogni enantiodromia, ogni dualità si evidenzia. Tale processo è unitario ed è la porta d’ingresso allo stato Io-somato-autopoietico Sigmasofia, ossia il principio fondante la parte-Universi essere umano. Questa consapevolezza include la canto-danza-musico-Sofia. Il Maidan non si muove con positività o con negatività, ma con la consapevolezza dello stato olistico-autopoietico pre-dicotomia. Un esempio. Le cellule del nostro corpo non dicono di loro stesse sono positività, sono negatività, bensì creano! Un Io-psyché tecnicamente in grado di creare, valorizza il figlio creato. L’azione libera da (…), libera di (…) è uno dei fondamenti del Maidan che gli permette di esprimere la libertà autopoietica (autocreata). Nella componente danza-sofia, il Maidan utilizza l’Io-soma in movimento, includendo ogni fermo. Il suo scopo è
vivere e conoscere la conoscenza,
percepire la percezione
e auto-rigenerarsi-guarirsi.
Non si tratta della ri-abilitazione di se stessi, ma di viversi, mossi dal Bios innato che forma ognuno. Uno dei modi di esprimersi nel sensibile è riconosciuto con il nome di
spontaneità.
Il Maidan
Il Maidan ha lavorato sulla consapevolezza della propria storia, delle proprie radici acquisite e innate, e continua a farlo: Riesce così ad evidenziare la propria identità, individuazione, anche includendo la gestione e la transmutazione delle proprie crisi (e/o discrasie) di passaggio, ma soprattutto danzando le proprie prese di consapevolezza dell’esistente.
Come brano musicale, il Maidan esegue quello operante in se stesso, quello che trova i primi riscontri nel cuore che batte, nel respiro, nel suono del sangue che circola nel corpo, nelle sonorità dei propri organi vitali. Da questi suoni, tentiamo di entrare in comunicazione con suoni innati dell’Universi. Si esplora, si ascolta e si danza il proprio inconscio ecologico innato che si sta consapevolizzando. Ogni presa di consapevolezza è ciò che il Maidan agirà e proporrà anche ad altri da sé, per trovare il punto di incontro con le consapevolezze prodotte da ognuno. Ciò che il Maidan non può consapevolizzare nel proprio Io-soma-autopoiesi, nel proprio stato E.C.A. e Sigmasofia non può consapevolizzarlo in nessun altro luogo.
Il Maidan vive l’ontos-sophos-logos-kraino del movimento innato, del canto, del suono. Sa di essere lui stesso a creare tale consapevolezza, sa di essere colui che può auto-transmutare ciò che sta creando, che è lui a poter produrre auto-equilibrio-armonia: non si auto-perfeziona, ma si auto-vive consapevolmente.
La canto-danza-musico-Sofia proposta è una delle testimonianze della Via di conoscenza Sigmasofia.